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Vladimir Putin e papa FrancescoIn meno di due anni, Vladimir Putin si è recato in visita in Vaticano per due volte. Il primo incontro è avvenuto a novembre del 2013.  La seconda volta il presidente russo ha incontrato papa Francesco il 10 giugno del 2015.  
In verità Putin si era già incontrato due volte con Giovanni Paolo II nel 2000 e nel 2003, e un'altra volta con Benedetto XVI nel 2007. Gli incontri con Karol Wojtyla furono sicuramente i più tesi. Wojtyla voleva far pesare sul leader russo il possibile coinvolgimento del KGB nell'attentato al papa del 13 maggio del 1981, e Putin in quel tempo era operante, seppure in Germania con la copertura di interprete, come tenente colonnello dello spionaggio comunista sovietico.

Inoltre proprio nel 1981 ci fu la maggiore politica repressiva di Breznev nei confronti della Polonia, nel tentativo di fermare il movimento di Solidarność  le cui attività erano finanziate, attraverso ingente flusso di denaro, dal Vaticano. “Non abbiamo mai ricevuto direttamente dei soldi, il sindacato aveva oltre 10 milioni di membri e un lavoro operativo clandestino. Molte cose (i finanziamenti, ndr) succedevano a livello regionale, io ero talmente sorvegliato che era impossibile che i soldi arrivassero per via ufficiale.1 Così rispondeva Lech Walesa, leader di Solidarność, al pubblico ministero di Roma Luca Tescaroli che si occupava dell'inchiesta sulla morte di Roberto Calvi, sul Banco Ambrosiano, e sui finanziamenti ricevuti da Solidarność da parte dello stesso Calvi e dallo IOR, la banca del Vaticano, a presidenza di  Paul Marcinkus. Anche Pippo Calò, il boss di Cosa Nostra, si vide 250 milioni di dollari, consegnati al Vaticano, scomparsi. “Che fine avevano fatto? La logica indica una sola strada: quella che dalle Mura Leonine conduce in Polonia, patria cara a papa Wojtyla, dove la battaglia di Solidarnosc avrebbe fatto cadere il governo Jaruzelsky. Se cadeva Jaruzelsky – Marcinkus ne era convinto – cadeva tutto il blocco sovietico.2
Putin si era rSua Beatitudine Cardinale Lubomyr Husar Web Metropolita cattolico di Kiev e degli Ucrainiipresentato a Wojtyla forte delle proteste della Chiesa Russa Ortodossa che, in pieno svolgimento degli incontri per ristabilire i contatti di fiducia tra le due Chiese (romana e russa), senza accordi preliminari, si era improvvisamente trovata davanti un fatto compiuto. Così dichiarava il Patriarca ortodosso di Mosca e di tutta la Russia Alessio II il 13 febbraio 2002 “Il giorno 11 febbraio è stato annunciato in Vaticano che il Papa di Roma Giovanni Paolo II ha deciso di elevare lo status delle strutture amministrative della Chiesa Cattolica Romana nel territorio della Russia al livello di diocesi.” In pratica il Vaticano  aveva denominato il territorio russo come   "provincia ecclesiastica" nominando Arcivescovo maggiore Sua Beatitudine Ljubomyr Huzar Metropolita di Kiev e degli Ucraini. In definitiva si era creata una struttura ecclesiale parallela a quella russa ortodossa “radicata per secoli nel paese”. Questo atto aveva il sapore di un'azione di proselitismo e la conseguenza fu che il metropolita Kirill I annullò l'incontro con il cardinal Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, che si doveva svolgere il 21 e 22 febbraio 2002.
Alle ultime due visite in Vaticano, il presidente russo si è presentato più forte politicamente e moralmente, e ha mostrato il volto di colui che lavora per “l'unità” e la collaborazione.  
Nel novembre del 2013 la Sala Stampa del Vaticano così commentava l'incontro:” Si è espresso compiacimento per i buoni rapporti bilaterali. Ci si è soffermati sulla vita delle comunità cattoliche in Russia. Si è fatto cenno alla situazione critica in alcune regioni del mondo.
La nota della Sala Stampa fa tre affermazioni.Monsignor Vincenzo Paglia e Kirill I Patriarca di Russia nell'incontro a Mosca del  2012


Per prima cosa è che non si poteva  fare a meno di sottolineare l'apporto di Putin alla normalizzazione  dei rapporti con la Chiesa Ortodossa russa interrotti nel 2002. Infatti dieci giorni prima, cioè il 14 novembre del del 2013, si era svolto nel palazzo di San Calisto, in Trastevere, l'incontro tra le due Chiese che  seguiva quello avvenuto a Mosca il 7 dicembre del 2012 sotto la presidenza del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill I. Nei due incontri la delegazione cattolica era guidata dall'arcivescovo monsignor Vincenzo Paglia; grande assente il cardinal Kasper, non gradito dai russi per lo sgarbo del 2002. Ma quale è stato il ruolo di Putin nel ristabilire i rapporti tra le due Chiese? Dopo la rivoluzione russa del 1917 e la conseguente persecuzione delle religioni da parte del governo sovietico, il Patriarca Thicon, dopo aver pubblicamente condannato il regime ateo dei bolscevichi, emanò un editto esortando tutti i vescovi ad organizzarsi autonomamente all'estero per salvaguardare l'esistenza della Chiesa stessa. Fu così che Padre Tichon Sevkunov consigliere spirituale di Putinnacque la Chiesa Ortodossa di Russia all'estero, mentre nella madre patria il nuovo patriarca  iniziò una collaborazione con lo stato sovietico. Dal 1974 sono iniziate trattative per la riunificazione di tutte le chiese russe con grandi difficoltà e soprattutto con la diffidenza per quegli ecclesiastici che erano stati confidenti del KGB. A questo punto è intervenuto Putin o meglio il suo “consigliere spirituale”. Tikhon Shevkunov si è convertito al cristianesimo nel 1982 dopo essersi laureato alla scuola di sceneggiatura dell'Istituto di Cinematografia. Ha fatto il noviziato presso il monastero delle Grotte di Pskov, unico monastero non chiuso da Stalin, dove risiedevano ancora i vecchi monaci che avevano conosciuto la dittatura e che erano incorsi nella persecuzione, nella prigionia e nelle torture del regime, ma avevano mantenuto un alto grado di spiritualità. Nella sua residenza  presso questo monastero ebbe l'idea di produrre film-documentari dove si esaltavano i valori della Russia cristiana ortodossa, il valore dei martiri della Chiesa russa che era rimasta in patria, a dimostrare che, se anche ci furono elementi collaborazionisti, la vera Chiesa aveva sofferto molto per mantenere la fede alla stessa maniera, se non di più, della Chiesa che era dovuta fuggire. Pur non avendo incarich Il presidente Putin ascolta i consigli di padreTichon Sevkunovi ufficiali di governo, e nel frattempo divenuto vescovo, lo si è visto molto spesso in compagnia del presidente russo: si dà per certo che nei decreti sulla Sicurezza del Paese, firmati da Putin, la parte riguardante l'educazione dei giovani e della politica culturale dello Stato sia di ispirazione del vescovo Tikhon. «… Il nostro progresso non è possibile senza un’autodeterminazione spirituale, culturale e nazionale, altrimenti non riusciremo a opporci alle sfide interne ed esterne, non riusciremo ad avere successo in uno scenario di concorrenza globale … Senza i valori che si trovano nel cristianesimo e nelle altre religioni del mondo, senza le norme della morale e dell’etica che si sono formate nel corso di millenni, gli uomini perderanno inevitabilmente la propria dignità umana. E riteniamo naturale e corretto salvaguardare questi valori. …Bisogna essere forti in senso militare, tecnologico, economico, ma il successo sarà determinato in primo luogo dalla qualità degli uomini, dalla qualità della società, una qualità intellettuale, spirituale, morale. » 3 Sta di fatto che, date queste premesse del nuovo governo russo, nel 2002 una delegazione della Chiesa Tichon Sevkunov, Vladimir Putin e Kirill IOrtodossa russa all'estero è stata ricevuta a Mosca e nel 2005 un gruppo di sacerdoti e laici membri della stessa Chiesa si sono recati ufficialmente in visita al  Patriarca Ecumenico. Nel 2007 è stato firmato l'atto di comunione canonica tra le chiese ortodosse russe e il conseguente rientro nella piena comunione con il Patriarcato di Mosca. Alla cerimonia erano pervenuti a Mosca tutti i più alti gradi della gerarchia russa con la presenza soddisfatta del Presidente della Russia Vladimir Putin, come figura centrale della riunificazione politica e spirituale della Santa Madre Russia. Accanto a lui, nei paramenti ieratici sacerdotali, si notava padre Tikhon Shevkunov, oramai responsabile del Consiglio del patriarcato per la cultura, membro del Consiglio Supremo della Chiesa Ortodossa Russa, braccio destro del Patriarca di Mosca Kirill.
Sarebbe errato pensare che PutinMonastero e chiesa ortodossa russa a Bari costruita nel 1913 e dedicata a san Nicola sia rimasto nelle retrovie, ne è stata la dimostrazione la sua visita a Bari del 2007: accompagnato dal primo ministro italiano Prodi e dal sindaco di Bari Emiliano, il presidente russo ha sfruttato l'occasione del vertice Italia-Russia per visitare la chiesa ortodossa russa San Nicola di Bari, che conservava le reliquie di san Nicola, santo venerato come protettore di Bari, ma anche veneratissimo in tutta la Russia. Putin in quell'occasione ha chiesto, e ottenuto, che lo stabile, costruito dagli ortodossi russi nel 1913, fosse restituito alla Chiesa Ortodossa di Mosca insieme alla rarissima reliquia, e inoltre ha lasciato sbalordito il vescovo di Bari, monsignor Francesco Cacucci, vedendolo inchinarsi sulle reliquie di san Nicola, baciarle e poi accarezzarle con un fazzoletto.

La seconda affermazione del comunicato del Vaticano si riferiva alla situazione dei cristiani in Russia. Anche senza parlane esplicitamente appare chiaro che papa Francesco e Vladimir Putin abbiano parlato della situazione della Crimea. Anche in questo caso il presidente russo ha voluto dare un chiaro e forte segnale al Vaticano. Egli non avrebbe sorpassato il confine ucraino, anche se era nella logica appoggiare i ribelli al governo golpista filo-nazista, nato dalle “manifestazioni di piazza ucraine poi passate alla storia come EuroMaidan. Iniziarono pacifiche, confluirono in un colpo di Stato trainato da USA/NATO/UE e sfociarono in una guerra civile perché le popolazioni russofone dell'est non vollero sottomettersi.4 Per la verità il papa era stato messo in allarme soprattutto da una lettera che “l’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk - che aveva sostituito il defunto Ljubomyr Huzar -  presidente del Sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina, aveva fatto pervenire in Vaticano mettendo in guardia Bergoglio dal presidente russo, nella quale chiedeva “al Santo Padre di essere la voce del popolo ucraino, dei suoi figli, di tutti i cattolici credenti in Ucraina che soffrono”. Nella missiva il presule attestava che “finora nessuno, né la diplomazia, né i sisSviatoslav Shevchuk arcivescovo maggiore di Kiev e di tutte le Ucrainetemi di sicurezza internazionale, né i grandi di questo mondo riescono a fermare la guerra”.5 E' chiaro che con queste ambiguità ogni azione diventa un discorso tra sordi. Infatti “Putin ha donato a Bergoglio una rappresentazione in ricamo della famosa Chiesa di Gesù Salvatore. “È stata distrutta – ha spiegato il presidente russo a Francesco al momento dello scambio dei doni – nell’epoca sovietica ed è stata ricostruita.” Così facendo è sembrato che il presidente russo dicesse “ io ricostruisco la libertà di culto”. Ma Bergoglio ha subito cercato di sminuire questa immagine di Putin regalandogli un medaglione  “che rappresenta l’angelo della pace e invita alla costruzione di un mondo di solidarietà e di pace fondato sulla giustizia. “L’angelo della pace – ha spiegato Bergoglio al presidente russo – vince tutte le guerre e parla di solidarietà tra i popoli.” 6


Il comunicato della Sala Stampa del Vaticano del novembre del 2013 nulla ha detto di concreto sulla Siria; si è limitata a dire: “Si è fatto cenno alla situazione critica in alcune regioni del mondo.” Evidentemente il premier russo avrà espresso le sue intenzione di difendere i cristiani assediati dall'Isis. Infatti in seguito all'incontro con Bergoglio del giugno del 2015, il 30 settembre, dopo aver impiantato una base militare a tempo di record e con mezzi militari che hanno impressionato gli stessi generali statunitensi, Putin ha dato inizio a bombardamenti contro le truppe jihadiste in Siria. Qualche giorno dopo il patriarca ortodosso Kirill affermava : “La Federazione russa ha preso una decisione responsabile sull’uso delle forze armate per proteggere il popolo siriano dagli abusi dei terroristi”. Storiche sono le parole pronunciate dal leader russo il 19 settembre 2013 al Valdai Club: “[Molti paesi occidentali] portano avanti una politica che equipara una famiglia con tanti figli ai legami omosessuali, la fede in Dio a quella in Satana. […] Sono convinto che tutto ciò porti a un sentiero di degrado e primitivismo, sfociando in una profonda crisi demografica e morale”. 7
Nell'incontro tra Putin e Francesco del novembre 2013, si è visto il presidente russo ripetere il gesto compiuto a Bari: aveva portato in regalo al papa l'immagine della Vergine di Vladimir, patrona della Russia, e posta su un tavolo, si è inchinato, baciato l'immagine e posato la gota, sull'icona stessa, in atto di affetto.
Tutti questi elementi hanno fatto sognare qualche prelato che Putin fosse uno strumento della Madonna per far consacrare, finalmente, la Russia al Cuore Immacolato di Maria! A esserne convinto è padre Paul Leonard Kramer, noto per avere annunciato pubblicamente il 28 novembre del 2013, tre giorni dopo la visita di Putin in Vaticano, che l’elezione al Padre Paul Leonard Kramerpapato di Bergoglio era nulla a causa di manifesta e notoria eresia presente nell'esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Egli ha afferma: “ Tramite i canali diplomatici che ho a Roma, ho saputo che, durante il colloquio ufficiale, il signor Putin ha chiesto in merito alla Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. Bergoglio ha replicato al signor Putin: “Noi non discuteremo Fatima”. … Uno dei Cardinali presenti, il Card. Ravasi, descritto come uno dei “soldati” di Bergoglio, osservando di fronte a sé la statua di Nostra Signora di FatimaCardinale Gianfranco Ravasi, presidente della Pontificia Consulta della Cultura cui era molto vicino, ha affermato: «Noi distruggeremo Fatima».8 La notizia mi sembrava azzardata e ho passato molto tempo a visionare i filmati, presenti in rete, dell'incontro, ma mai appariva la presenza di Ravasi. Alla fine ho cercato il cardinale presso la Pontificia Consulta per la Cultura, di cui è presidente. La risposta è stata immediata e secca: “Mi stupisce che Lei badi a tali falsità e cialtronerie che non meritano neppure di essere smentite. Gianfranco Card. Ravasi


Albino Luciani Patriarca di Venezia durante la visita di Paolo VI nel 1972Ricordo che il patriarca di Venezia Albino Luciani, poi divenuto papa Giovanni Paolo I, diceva che il Vangelo contiene tutto, ma che ai cristiani è necessario anche scrutare i segni dei tempi e badare alle cose sottolineate dai segni stessi. Non credo che debba essere Putin a rivendicare la consacrazione della Russia alla Madonna. Sono del parere che la Russia sia invece uno degli elementi per sconvolgere il mondo in una guerra mondiale di proporzioni inimmaginabili. Però è da sottolineare che molti input sono stati lanciati alla Chiesa Cattolica dalla “Santa Madre Russia”, ed è la Chiesa che deve decidere perché ad essa è stato dato il compito della consacrazione. Si chiedeva padre Gabriele Amorth: “Ci sono stati ritardi? Sì, indubbiamente. Se la Madonna ha voluto l'unione dei Vescovi col Papa era evidente che non si accontentava di un atto di culto di una persona, sia pure del Pastore supremo della Chiesa, ma voleva la partecipazione della Chiesa tutta, rappresentata dai Vescovi. Anche un Vescovo a sua volta, per muoversi in una direzione, ha bisogno di sentirsi incoraggiato e seguito. Non esito a dire che la colpa del ritardo è stata del popolo cristiano. Non a caso, come abbiamo rilevato, la Vergine ha unito la consacrazione e la comunione riparatrice; perciò era richiesto a tutti un contributo di preghiera, di riparazione, di culto eucaristico.” 9 Padre Amorth non lo dice, ma lo fa capire: non esiste comunione tra i vescovi della Chiesa e quindi viene a mancare la partecipazione unitaria a questo ennesimo suggerimento della Madonna. Diceva lo stesso Luciani: “È in atto anche all’interno della Chiesa un impegno esclusivo dell’uomo per le realtà temporali, che non è più una scelta legittima, ma apostasia e caduta totale della fede”». 10 E concludo con le parole dello stesso don Gabriele: “ I mutamenti dell'Est-Europa sono sotto i nostri occhi. Ma se non si arriva ad una vera conversione a Dio di questo mondo, in parte dominato dal marxismo, ma in parte dominato dal consumismo e dalla corruzione, c'è da pensare che prima del trionfo definitivo del Cuore Immacolato di Maria ci sia ancora una dura prova per l'umanità.11

Note:

1.   Francesco Viviano Dal Vaticano a Calvi ecco chi aiutò Solidarnosc - La Repubblica, 14 marzo 2009
2.   Rita Di Giovacchino Il Fatto Quotidiano del 15 maggio 2012
3.   Vladimir Putin, Presidente della Federazione Russa, dal discorso tenuto al Forum Internazionale «Valdaj», regione di Novgorod, il 19 settembre del 2013
4.   Fiorangela Altamura, Azov: come farvi gradire un nazi-battaglione ucraino, ANTIMAFIA Duemila del 24 novembre 2016

5.   Francesco Antonio Grana, Papa Francesco incontra Putin: “Serve sincero sforzo per la pace in Ucraina”, Il Fatto Quotidiano del 10 giugno 2015
6.   Francesco Antonio Grana, ibidem
7.   Matteo Carnieletto, http://www.occhidellaguerra.it/putin-la-guerra-giusta-e-la-rinascita-cristiana/
8.   Chiesa viva
, novembre 2016

9.11.   Don Gabriele Amorth, Una consacrazione venuta tardi, http://medjugorje.altervista.org/doc/pamorth/67-consacrazione.php
10. Davide Malacaria, Il segreto di Fatima, http://www.30giorni.it/articoli_id_14712_l1.htm