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Bergoglio, eletto papa, si è vestito della santa povertà: il nome Francesco, le scarpe da prete di campagna, i paramenti senza sfarzo, e soprattutto quell'Istituto per le Opere Religiose (IOR) da rendere credibilmente “onesto”. In tutto è riuscito. I conti dello IOR sono tutti in ordine, le entrate e uscite rispettano la trasparenza assoluta. Poi escono fuori dal Vaticano alcune “gole profonde” e fanno notare che non tutti i fondi, destinati alla Chiesa Cattolica, sono presenti nello IOR e che altre banche sono depositarie dei fondi vaticani.

Lo scandalo è cominciato dalla rimozione dal settore economico del cardinale Carlo Maria Viganò ( nella foto con papa Benedetto XVI ). Volano accuse, senza nominarsi, tra Viganò e il cardinal Vugano Carlo Maria papa Benedetto 1 WebTarcisio Bertone su false fatture e appalti gonfiati. Il papa Benedetto XVI, fortemente pressato, lo spedisce come nunzio apostolico negli USA. Viganò scrive una lettera al papa difendendosi e rincarando la dose su ciò che illecitamente avviene in Vaticano. In America Viganò parla con i cardinali americani e sudamericani della segreteria Bertone, degli scandali amministrativi, dello Ior da rendere trasparente. Da questi incontri nasce il nome del cardinal Jorge Mario Bergoglio come uomo capace di affrontare i problemi insorti. Nel marzo 2013 i cardinali americani arrivano a Roma per il conclave già organizzati e spiegano il loro accordo ai colleghi tedeschi: togliere i cardinali italiani dall'amministrazione vaticana e insediare al soglio pontificio Bergoglio. Il nuovo papa Francesco si trova quindi stimolato al “modernismo” dall'appoggio degli americani e alla riforma economica sotto l'egida degli esperti tedeschi. La prima cosa che il papa compie è quella di richiamare Viganò che, dopo un lungo colloquio col papa, esce in lacrime e, leggendo i giornali, sembra che abbia dichiarato: “Sono stato ascoltato come un figlio”. Viganò diventa presidente dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA). cardinale marx 1 WebIl 24 febbraio 2014 papa Francesco esercita la sua autorità regale assoluta, che la costituzione gli permette: senza sottoporre al parere di nessuna istituzione vaticana, emette un editto di sua assoluta volontà, un motu proprio. L'editto Fidelis dispensator et prudens istituisce il Consiglio per l'economia e la Segreteria per l'economia che, al capitolo 1° dell'editto, prevede il suo compito “di sorvegliare la gestione economica e di vigilare sulle strutture e sulle attività amministrative e finanziarie dei dicasteri della Curia romana, delle istituzioni collegate con la Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”; il capitolo 5° allarga le competenze di sorveglianza sulle “politiche e le procedure relative agli acquisti e all'adeguata allocazione delle risorse umane, nel rispetto delle competenze proprie di ciascun ente”. Quindi tutti gli Enti vaticani sono sotto controllo e vigilanza del Consiglio per l'economia il quale risponde direttamente al papa,che pone come coordinatore il tedesco Cardinale Reinhard Marx ( nella foto ), vescovo di Colonia. E l'APSA? La Fidelis dispensator et prudens esclude dal controllo l'Amministrazione, presieduta dal Cardinale Viganò, che per effetto dell'aticolo 172 dello statuto ha il compito di “amministrare i beni di proprietà della Santa Sede, destinati a fornire fondi necessari all'adempimento delle funzioni della Curia romana. L’Ufficio amministra anche i beni mobili ad esso affidati da altri enti della Santa Sede.” Ora ci si domanda: chi controlla l'APSA? Il papa, solamente il papa controlla i conti dell'Amministrazione del Patrimonio e solo lui sa dove vengono investiti i fondi. Il tedesco Marx sa come deviare i fondi presso le banche straniere. La più gettonata non poteva che non essere la grande banca americana, con succursale in Germania, Goldman Sachs, specializzata in investimenti bancari e azionari; Cardinali Bergoglio e Bertone Webugualmente americano è l'altra scelta e cioè il più grande Istituto di investimenti, il Jp Morgan con sede in uno smagliate grattacielo di Manhattan. Attualmente JPMorgan serve più di 90 milioni di clienti in tutto il mondo civile, tra i quali spicca la famiglia Rothschild . Altro arcano sarebbe il mancato “esilio” del cardinal Bertone (nella foto il cardinal Bergoglio e il cardinal Bertone ), un uomo con un patrimonio milionario che vive in un lussuoso appartamento, non spiegabile con le scelte “francescane” del papa. Il mistero è risolto secondo le “gole profonde” vaticane: Bertone è il punto di contatto con i “falchi” della leadership europea, amico di Monti e dei fautori del “si” al referendum del 4 dicembre scorso. L'opulenza in Vaticano ancora esulta, ma molto ben controllata. Lo sterco del demonio non sembra puzzare più.