Dialogo su "La Giustizia"
Intervento conclusivo all'incontro, con l’arca di Varese, avvenuto il 15 novembre 2021
È stato una bella discussione nella quale avete espresso delle belle idee. Adesso per me è difficile mettere insieme tutto ciò che avete detto.
Vorrei partire dagli ultimi che hanno parlato perché penso che sia un modo più facile per partire.
Partiamo dal concetto della conoscenza e della consapevolezza.
Attraverso la conoscenza e la consapevolezza di chi siamo possiamo risolvere questo dilemma della giustizia.
Molti di voi hanno puntato molto sulla giustizia Divina, nel senso che la giustizia umana c’è e non c’è, ma l’importante è la giustizia divina. È passata l’idea che solo la giustizia divina possa risolvere un problema fondamentale, cioè quello della giustizia sulla terra.
Se noi andiamo a vedere cosa significa questa sofia di noi stessi, questa conoscenza del nostro essere, scopriamo che comunque, come tutti avete detto, noi siamo nella terza dimensione, nella dimensione in cui prevale la parte materiale. Questa prevalenza della materia non è di per sé un male perché se è stata creata la terza dimensione è perché serve la terza dimensione. Qualcuno di voi dice che questa terza dimensione serve per il karma, io dico che la terza dimensione ci serve per evolverci. Nell’evoluzione dobbiamo tener conto che non è la terza dimensione che ci salva, ma come usiamo la terza dimensione.
Cristo quando è venuto sulla terra ha detto: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia!” Quindi Gesù indica come priorità il Nuovo Regno; è come dicesse “Lavorate per il Nuovo Regno, poi io ritornerò e metterò le cose a posto, ma ora facciamo il nuovo regno”.
Abbiamo detto che le comunità cristiane avevano capito questa cosa e quindi stavano lavorando per il Nuovo Regno. In tal senso, come qualcuno di voi ha detto, giustizia umana e giustizia divina si possono rapportare tra di loro, perché, se io lavoro per creare il Regno di Dio, lavorerò con le condizioni che ho, cioè di essere limitato dalla terza dimensione. Le conoscenze però le ho, le debbo avere, perché dobbiamo avere la conoscenza e la consapevolezza di chi siamo noi. Chi siamo noi? Noi siamo due cose: animali razionali nella terza dimensione, ma siamo anche gli esseri immortali, e questo è il nostro IO, quello che ci dovrebbe guidare. Se siamo essere o animali razionali dobbiamo capire che se Cristo ci ha detto che dobbiamo fare il regno di Dio sulla terra, allora bisogna farlo. Che aspettiamo che Dio venga e dica: adesso le leggi le do io e dà gli incarichi di giudice, avvocato... Dobbiamo invece crearle noi. Quindi essere razionale significa che dobbiamo già fin da adesso lottare per la giustizia, non possiamo esimerci dal lottare per la giustizia, ma qualcuno ha fatto capire non possiamo lottare per quella divina che non conosciamo. Non è proprio cosi. Ma andiamo per ordine.
La conoscenza che noi abbiamo è invece della giustizia umana. Però avete anche detto tutti che senza pace non c’è giustizia e senza giustizia non c’è pace. È un cane che si morde la coda. Quindi la lotta fondamentale di un uomo, di un essere razionale che è anche un essere sociale, deve organizzarsi la giustizia lì dove lui vive. È quindi fondamentale la giustizia. Ma è anche vero, come avete detto, che il Cosmo, in greco Cosmos, vuol dire ordine. Avete detto che dove c’è ordine c’è la giustizia. Ma la terra non è fuori dal Cosmo, è nel cosmo ed è abitata da esseri razionali. Gli esseri razionali devono capire che c’è un ordine cosmico che bisogna rispettare e la giustizia è questo ordine. E chi ha creato il Cosmo? Che ha ordinato il creato nell’ordine e nella giustizia? Quindi l’umanità è nelle imperturbabili leggi universali, anche se non le rispetta, ma le conosce perfettamente.
Vedete che la nostra attività di uomini che lavorano per la giustizia diventa fondamentale. Avete parlato di karma e io dico che la terra serve anche per questo, cioè per risolvere il karma. La lotta per la giustizia già è un karma. Noi non veniamo sulla terra per evolverci e salvarci da un karma. La lotta per la giustizia è già un karma, perché noi siamo venuti sulla terra e, attraverso quelle dinamiche egoiche, ci siamo staccati da questo cosmo e dalla sua armonia. Quindi uno dei nostri karma è proprio creare la giustizia.
Certo che non ci sta la giustizia… ma perché dobbiamo crearla noi, dobbiamo lottare noi per farla la giustizia. È come dire ci sono i pesci ma non c’è l’acqua. Questa affermazione è una assurdità. Se ci sono i giusti vuol dire che c’è la giustizia. I giusti sono il paragone verso cui dobbiamo tendere, è la bicicletta che dobbiamo usare: non possiamo usare una Ferrari perché non l’abbiamo. Dobbiamo usare i mezzi che abbiamo e i giusti sono il mezzo che abbiamo in questo momento. Non per nulla colui che noi abbiamo citato come il calice vivente è colui che invita ad aiutare ed appoggiare i giusti.
È tutto concatenato. Non possiamo staccarci dall’essere spirito e dall’essere uomini. Perché questo dualismo staccarlo? È sbagliato perché l’essere è unico. Nell’evoluzione l’essere è unico. Cambia di stato ma non cambia di sostanza. Di conseguenza dire che la giustizia divina è quella buona e che quella umana è quella cattiva, è dire che noi non abbiamo capito che cos’è la giustizia. “Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. La giustizia che Gesù dice di praticare è umana, ma dice anche che è di Dio!
Se ci aspettiamo la giustizia divina, vuol dire che ci aspettiamo tutto un pacchetto, cioè non è soltanto di essere giudicati giustamente, ma di essere giudicati anche per quello che non abbiamo fatto. Se non abbiamo lottato per la giustizia è una cosa che noi non abbiamo fatto.
Qualcuno ha detto che sarebbe opportuno chiedere giustizia per gli altri. Io mi chiedo: ma noi non soffriamo le ingiustizie? Noi dobbiamo chiedere giustizia per noi, perché se chiediamo la giustizia per noi vuol dire che abbiamo le idee chiare. In questo momento noi siamo i veri eretici, perché lottiamo per la giustizia, per una giustizia più giusta, per una scuola più giusta, per una società più giusta... Noi siamo gli eretici e dobbiamo saper mettere in pratica questa capacità di eresia. L’eresia è un movimento che rinnova, e nel rinnovamento c’è anche la giustizia.
Una cosa che volevo sottolineare è che aspettiamo sì la giustizia divina, ma questo non ci deve distogliere dalla lotta per la giustizia umana. Non possiamo stare a braccia incrociata e aspettare che venga la giustizia divina.
Vi voglio dire un mio pensiero, non è una verità, ma prendetelo come uno sfogo di un vecchio brontolone: non mi sembra giusto che arrivano gli extraterrestri sulla terra salvano i giusti, il salvabile viene messo in sicurezza e poi depurano la terra, che noi abbiamo sporcato, e poi ci danno le leggi che non avevamo, ci costruiscono le case che non abbiamo costruito senza cervello, e noi stiamo a guardare gli altri che lavorano. Io in cuor mio non credo che succeda questo. Io credo che arrivano gli extraterrestri, ci danno pala e piccone, e dobbiamo lavorare secondo i loro ordine e le loro idee. A me sembra che sia più giusto così nel concetto che abbiamo di giustizia: voi avete sporcato e voi pulite. Con tutto il rispetto i fratelli extraterrestri ci daranno tutta la loro tecnologia che hanno, ma loro ci diranno ripulite voi tutto quello che avete sporcato. Noi facciamo un piccolo errore di presunzione quando pensiamo che arriveranno i fratelli extraterrestri e ci salveranno dalle bombe atomiche… ma poi le cose bisogna che le costruiamo noi.
Un ‘altra cosa sul libero arbitrio. Voglio evidenziare che non ci è data la possibilità di scegliere perché Gesù dice che saremo liberi davvero… ma quando lui dice questo? Quando afferma che la “Verità vi farà liberi”. Il libero arbitrio è quindi raggiungere la conoscenza, la vera sofia, la vera Verità ed allora sì che sei libero di scegliere. Finché non raggiungiamo la conoscenza non siamo liberi. Faccio un esempio: io ti creo la macchina per andare a Roma e quindi sono il creatore della macchina, la do a te e ti dico prendi questa macchina che è già piena di benzina e devi andare a Roma, e tu dici ma io voglio andare a Milano e io dico che la meta è Roma, che la macchina è stata fatto a questo scopo…in tal senso che libero arbitrio è?
Il libero arbitrio è la libertà, e la libertà si ha solo quando si conosce la Verità, e la Verità è Cristo che ci ha raccontato che c’è un Dio, che è nostro padre, e ce lo ha fatto conoscere. Non avremmo potuto parlare della giustizia divina, ma fortunatamente è venuto Cristo che ci ha raccontato che c’è un Dio- Padre. Cristo dice: voi ascoltate i miei comandamenti e metteteli in pratica e sarete figli di Dio. La giustizia vera quindi noi la conosciamo attraverso la saggezza Cristica.
Il concetto fondamentale che volevo esprimere è di non pensare tanto alla giustizia divina, perché quella è sicuro che verrà. Preoccupiamoci dalla giustizia umana che dobbiamo costruire adesso con le nostre forze, con la nostra dedizione, con le nostre lotte. Quando avremo costruito una “simil-giustizia” forse arriverà Cristo e dirà che qualcosa abbiamo fatto e possiamo cominciare ad entrare nel regno di Dio. Questa è la mia idea.
Riflettendo dobbiamo pensare che se su questa terra è considerato giusto il furbetto che si dà da fare ad imbrogliare, mentre non viene considerato quello che è veramente giusto, allora noi mettiamoci tra coloro che non vengono considerati, cioè diamo l’esempio e non verremo considerati perché noi siamo giusti. Berlusconi è andato al governo perché molti dicevano che lui aveva saputo fare tanto (cioè ci sapeva fare) e di conseguenza questi hanno immaginato che potesse saperlo fare anche per l’Italia. Con questo ragionamento è stato dato un cattivo esempio, invece di dare il buono esempio. L’unica cosa che mi permetto di dirvi è che è fondamentale appoggiare l’opera di Giorgio proprio su questo aspetto: cioè di creare una vera giustizia sulla terra, cercando di epurare questo bubbone maligno, questo cancro che è la mafia.