Corpus Domini: chi mangia di me vivrà in eterno
Una bambina di Liegi, Giuliana Cornillon, rimasta orfana, venne adottata ed educata da una monaca; divenuta anche lei suora, all'età di sedici anni ebbe una strana visione: una luna piena, bianca e rilucente, che aveva una macchia nera, come una scia, una cicatrice che corrompeva lo splendore lunare. La ragazza però non capì il significato di quella scena. Dopo qualche anno, mentre pregava, cadde in una estasi profonda. Le apparve Gesù e le rivelò che quella macchia rappresentava i cristiani che non consideravano più la “Comunione” un momento centrale della predicazione di Gesù, ma un rito vuoto, senza più valore. La giovane suora scrisse ad un umile prete, Jacques Pantaléon, figlio di un calzolaio, il quale prese in considerazione le apprensioni di suor Giuliana e diede credito alla sua visione e ne parlò con il vescovo di Liegi. Nella città e nella diocesi di Liegi si istituì, poco dopo, una nuova festa per ricordare a tutti che Gesù aveva donato il suo corpo e il suo sangue per l'umanità: venne chiamata festa del Corpus Domini.
O non abbiamo capito, o ...
Se, come dicono gli storici, Gesù è morto nel 26, tra otto anni saranno trascorsi duemila anni da quell'evento. In tutto questo tempo gli uomini si sono affrettati a decorarsi di emblemi che richiamassero alla fede cristiana. Oggi ci sono due miliardi di persone che affermano di essere cristiani. Ancora oggi riecheggiano slogan, si pubblicano libri, vengono diffusi libretti, giornalini, volantini, venduti gadget in cui si strombetta che il cristiano è “il sale e il lievito della terra”, che è il portatore di “amore che cambierà il mondo”; ed ancora si legge che “la preghiera unisce gli uomini”, che “Gesù ha dipinto un sorriso in te”... Tutte belle e colorite frasi, ma qualcosa non quadra: due miliardi di persone non riescono a cambiare il mondo! Non dico un uomo, un presidente, un manager, un uomo d'affari, no: due miliardi di persone che dicono di essere cristiani. Eppure i teologi cattolici sbandierano che Tommaso d'Aquino aveva affermato che “La conoscenza è sempre un bene, anche la conoscenza del male!” Abbiamo forse bisogno di altri venti secoli per capire il bene e il male?
Falso profeta a chi? È Natale ...
Durante le feste natalizie è difficile sentir parlare di “falsi profeti”. Si vedono giovani delle associazioni umanitarie che distribuiscono cibo e coperte ai senza tetto, ai poveri, ai “minimi” come avrebbe detto San Francesco. Ci sono tanti buoni propositi, buoni sentimenti e buone azioni: la parola buono è la più usata a Natale. Proprio perché tutto è buono che suona strano che non si parli di falsi profeti.
Il "Padre nostro" è solo una preghiera?
Le comunità cristiane dei primi secoli, quando si riunivano, rinnovavano il ricordo del sacrificio di Cristo partecipando alla “mensa del Signore” o “frazione del pane” (fractio panis) e recitavano insieme la preghiera insegnata da Gesù, il “Padre nostro”. Anzi la recita di questa preghiera era consigliata di farla tre volte al giorno: così troviamo raccomandato in uno dei primi scritti delle comunità cristiane, che era tenuto in molta considerazione, almeno nei primi tre o quattro secoli, e rappresentava una specie di primo manuale di dottrina o di riti liturgici. Il testo ha per titolo Διδαχή (Didaché) che significa “insegnamento”, dalla prima parola della prima frase, che completa è: Διδαχή Κυρίου διά τών δώδεκα αποστόλων τοίς έϑνεσιν (Insegnamento di Cristo da parte dei dodici apostoli ai pagani/gentili). In questo libretto per la prima volta dopo la “frazione del pane” veniva usato il termine “Eucarestia” che significa “rendere grazie”. “ Nel giorno del Signore (in latino domenica), riuniti, spezzate il pane e rendete grazie ( εύχαριστήσατε, eucaristésate ) dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro.” (14, 1)
Possiamo quindi affermare, senza ombra di essere smentiti, che il rito della fractio panis, rinominato Eucaristia, e il “Padre nostro” erano sempre presenti, fin da subito, nelle assemblee (chiese), dei cristiani dei primi secoli. Erano talmente distintivi questi due momenti delle riunioni dei seguaci di Gesù, che lo Stato romano li prendeva come prove accusatorie per affermare che nelle riunioni notturne ( all'alba, prima che sorgesse il sole, simbolo di resurrezione) essi si nutrivano di carne e sangue umani e proclamavano il loro ateismo verso la religione romana.
Il 13 ottobre sta arrivando. In Vaticano non vedono l'ora …
È stato un momento importante per la storia delle apparizioni mariane a Fatima. Tutti, credenti e non, hanno visto un segno “straordinario” nel cielo: la danza del sole. Era il 13 ottobre 1917 e un numero impressionante di persone era alla Cova da Iria per seguire i tre fanciulli che dichiaravano di vedere la Madonna, e per vedere il grande segno visibile a tutti che la “visione” aveva promesso. La Cova era un luogo di pascolo, dove Lucia, Francesco e Giacinta portavano le loro pecore, nei pressi di un borgo di una ventina di case. In quel giorno erano presenti non meno di settantamila persone di tutti i ranghi, contadini, pastori, commercianti, proprietari terrieri, massoni, cristiani, atei e, senza meno, molti curiosi. Tutta questa massa di gente non era stata fermata neanche dalla pioggia fitta e insistente che cadeva dalla notte precedente.
"Ecce Homo" - Seminario sulla storicità di Gesù
La figura e la predicazione di Gesù hanno indubbiamente contribuito all'evoluzione morale dell'umanità e ne fanno parte integrante della storia. Inoltre, nella maggior parte di noi, il cristianesimo fa parte della nostra educazione e della nostra cultura. Ritengo quindi molto importante conoscere criticamente le fonti storiche del personaggio Gesù e della sua predicazione.
Ritengo anche che la catechesi delle stesse chiese cristiane debbano integrare le nozioni storiche della presenza di Gesù all'insegnamento del messaggio evangelico.
Dobbiamo tener conto che abbiamo alle spalle due secoli di illuminismo e i giovani crescono con una mentalità scientifica, che vuole prove documentate e sicure per ogni affermazione.
Da tempo la cultura laicista e il modernismo ecclesiale attaccano ripetutamente la storicità dello stesso personaggio “Gesù”.
E' indispensabile quindi saper spiegare e documentare la storicità di Gesù, la veridicità del suo messaggio, l'attendibilità dei fatti raccontati attraverso l'analisi, non solo dei testi cristiani, ma anche delle testimonianze non cristiane.
Sono milioni le persone che si sono avvicinate a Gesù, detto il Cristo, senza conoscere niente sulle documentazioni storiche.
La società contemporanea però ci impone una conoscenza razionale, capace di rispondere alle obiezioni e alle critiche.
Il fideismo, cioè una fede senza ragione, a volte genera fanatismi e scontri che nulla hanno a che vedere con i concetti evangelici.
Una nuova educazione culturale ci aiuta e ci sprona a una fede consapevole e ci prepara, se non a rispondere, comunque a essere coscienti della veridicità dei Vangeli, dell'attendibilità di chi li ha scritti e della realtà dei fatti descritti.
Nota:
- Per chi fosse interessato a organizzare un evento scrivere a
Messaggio di Fatima e il debito
Quando si parla dei segreti, o dei messaggi, di Fatima e di altre apparizioni mariane, la mente subito si perde in scene apocalittiche. Questo è il termine più usato, apocalittico, che deriva dalla prima parola del famoso libro delle visioni di Giovanni l'apostolo. Infatti il libro inizia così: “ Ἀποκάλυψις Ἰησοῦ Χριστοῦ (Apokàlipsis Iesù Kristù)… Rivelazione di Gesù Cristo ”. Apocalisse quindi significa Rivelazione. Anzi nel caso del libro di Giovanni, si legge che Gesù fece la rivelazione a Giovanni, per mezzo di un angelo, e “la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. ... Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte”. (Ap 1, 1-3) Credo fermamente che essere avvertiti di ciò che sta per accadere o accadrà in futuro non è un male, ma è certamente una fortuna saper in anticipo le cose che succederanno, in quanto si ha tutto il tempo di provvedere a evitare eventuali “incidenti”, o come meglio prepararsi ad avvenimenti in cui saremo coinvolti. Gesù dice a Giovanni, attraverso l'angelo, che è beato chi legge le profezie perché attraverso queste conoscono il futuro. Ma sono beati coloro che ascoltano le profezie perché essi saranno salvi. Ascoltare la parola di Dio significa farla propria e metterla in pratica. Gli angeli avevano proclamato sulla grotta di Betlemme: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi e pace in terra agli uomini che egli gradisce.” (Lc 2, 14) Le persone gradite a Dio sono coloro che fanno la sua volontà. “Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre.” (Mc 3, 35) Perché dunque aver paura delle profezie se conoscerle è una fortuna che ci porta alla salvezza?
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