... e poi il corona-virus passò!
Che non sia un bel momento lo abbiamo capito tutti. La sofferenza e il dolore è tangibile, palpabile; anzi ognuno di noi cerca di scacciarle in tutte le maniere. La morte ha fatto sempre paura, ma la sofferenza non è da meno. Mi pongo però il problema, aldilà della comune paura, che cosa hanno pensato le persone? Forse a qualcuno è passata l’idea che non c’era più libertà, e che i provvedimenti presi contro l’epidemia fossero un primo passo per una specie di colpo di stato. Sui media si è letto anche questo.
La paura dei soldi in molti è stata immediata: non si può andare più in banca e ci bloccano i bancomat come in Grecia. Anche questo si è letto.
Se dobbiamo rimanere a casa come facciamo a procurarci il cibo? Nonostante le assicurazioni governative c’è stato anche l’assalto ai supermercati!
Senza poi considerare tutte le ipotesi che sono state fatte sui possibili autori della diffusione del virus: sono stati gli Americani per abbattere l’economia cinese; no, sono stati i Cinesi per conquistare i mercati americani; ma forse sono stati i Russi per rimandare una guerra annunciata, perché i missili americani li avevano circondati. Ma no, è stato un serpente infettato da un pipistrello e mangiato da un cinese.
Gli italiani, oltre ad essere tutti allenatori di calcio, si sono scoperti politologi internazionali, strateghi e detectives. Per non parlare dei politici: all’inizio in disputa tra loro su interventi duri o morbidi, poi tutti d’accordo su una linea di fermezza assoluta, ma non è mancata la voci di chi poneva l’eccezione che comunque bisognava tenere aperti fabbriche e uffici. Ora la voce è unanime: salviamo l’economia!
Ma finita questa pandemia dobbiamo ritornare alla società che c’era prima o dobbiamo fare qualche cambiamento?
Il ruolo delle Apparizioni Mariane
Il fenomeno delle apparizioni mariane è stato visto molto spesso come una sequenza di eventi straordinari che hanno costellato un po’ la storia della Chiesa, ma questo è un modo molto semplicistico di guardare all’attività spirituale che gli uomini hanno avuto nei confronti della Madonna o che Lei ha avuto nei confronti degli uomini. Se vogliamo parlare delle apparizioni Mariane, dobbiamo prima di tutto affrontare il significato del culto Mariano. La maggior parte di noi è stato educato fin da bambino ad avere una devozione verso questo Essere, come pure ci hanno insegnato a pregare Gesù, l’angioletto e quant’altro che fa parte dei nostri ricordi dell’infanzia. È stato notato che molto spesso gli uomini maturi preferiscono nominare «Cristo» anziché «Gesù» perché psicologicamente legato più a ricordi fanciulleschi. È forse per questo che, nei momenti di pericolo o di difficoltà, ci rivolgiamo alla Madonna e ci viene spontaneo recitare un’Ave Maria? Questo significherebbe che se la nostra mamma non ci avesse insegnato la devozione mariana noi non sentiremmo il bisogno di rivolgerci a un essere divino femminile. Sono dell’opinione che nella psiche umana, o forse nel suo Dna, esiste uno stimolo che va oltre al semplice senso religioso, che propone un’altra prospettiva dalla quale vedere la devozione a Maria.
Corpus Domini: chi mangia di me vivrà in eterno
Una bambina di Liegi, Giuliana Cornillon, rimasta orfana, venne adottata ed educata da una monaca; divenuta anche lei suora, all'età di sedici anni ebbe una strana visione: una luna piena, bianca e rilucente, che aveva una macchia nera, come una scia, una cicatrice che corrompeva lo splendore lunare. La ragazza però non capì il significato di quella scena. Dopo qualche anno, mentre pregava, cadde in una estasi profonda. Le apparve Gesù e le rivelò che quella macchia rappresentava i cristiani che non consideravano più la “Comunione” un momento centrale della predicazione di Gesù, ma un rito vuoto, senza più valore. La giovane suora scrisse ad un umile prete, Jacques Pantaléon, figlio di un calzolaio, il quale prese in considerazione le apprensioni di suor Giuliana e diede credito alla sua visione e ne parlò con il vescovo di Liegi. Nella città e nella diocesi di Liegi si istituì, poco dopo, una nuova festa per ricordare a tutti che Gesù aveva donato il suo corpo e il suo sangue per l'umanità: venne chiamata festa del Corpus Domini.
Ma che Pil dici !
In questi giorni non si fa altro che parlare di “spread”, di “Pil”, borse che esprimono nervosismo, titoli in sofferenza: un vero bombardamento di cifre, dati, percentuali e grafici. In questo marasma in cui tutti sembrano di sapere tutto, mi sono sentito non solo ignorante, ma anche perplesso e dubbioso. Con la testa bassa come un “ciuchino”, ho fatto visita a un amico commercialista e umilmente ho chiesto lumi.
O non abbiamo capito, o ...
Se, come dicono gli storici, Gesù è morto nel 26, tra otto anni saranno trascorsi duemila anni da quell'evento. In tutto questo tempo gli uomini si sono affrettati a decorarsi di emblemi che richiamassero alla fede cristiana. Oggi ci sono due miliardi di persone che affermano di essere cristiani. Ancora oggi riecheggiano slogan, si pubblicano libri, vengono diffusi libretti, giornalini, volantini, venduti gadget in cui si strombetta che il cristiano è “il sale e il lievito della terra”, che è il portatore di “amore che cambierà il mondo”; ed ancora si legge che “la preghiera unisce gli uomini”, che “Gesù ha dipinto un sorriso in te”... Tutte belle e colorite frasi, ma qualcosa non quadra: due miliardi di persone non riescono a cambiare il mondo! Non dico un uomo, un presidente, un manager, un uomo d'affari, no: due miliardi di persone che dicono di essere cristiani. Eppure i teologi cattolici sbandierano che Tommaso d'Aquino aveva affermato che “La conoscenza è sempre un bene, anche la conoscenza del male!” Abbiamo forse bisogno di altri venti secoli per capire il bene e il male?
Un Vangelo sotto scorta
Negli ultimi due secoli ci sono stati molti tentativi di offuscare e addirittura di neutralizzare la figura storica di Gesù. Di conseguenza l'attacco andava a colpire anche i Vangeli: la redazione di questi, infatti, veniva considerata essere effettuata molto lontana dai fatti narrati; essi sarebbero stati composti quando oramai il proselitismo era molto avanzato e necessitava di essere accreditato da prove scritte. Mentre però alcuni studiosi e critici raccontavano il mito di Gesù e le false credenziali dei Vangeli, altri professionisti dei vari settori facevano scoperte archeologiche, paleontologiche, recuperavano manoscritti, papiri e altro materiale che parlavano diversamente: Gesù era realmente vissuto e i testi evangelici ne riportavano le azioni,le idee e le parole.
Falso profeta a chi? È Natale ...
Durante le feste natalizie è difficile sentir parlare di “falsi profeti”. Si vedono giovani delle associazioni umanitarie che distribuiscono cibo e coperte ai senza tetto, ai poveri, ai “minimi” come avrebbe detto San Francesco. Ci sono tanti buoni propositi, buoni sentimenti e buone azioni: la parola buono è la più usata a Natale. Proprio perché tutto è buono che suona strano che non si parli di falsi profeti.