Francesco d'Assisi, il Sultano d'Egitto e Federico II - Prima parte
Sono trascorsi più di novecento anni, dal 1095, da quando fu lanciato l'appello a tutto il popolo cristiano di prendere le armi in un' impresa contro l'islam, denominata “crociata”. Eppure ancora oggi, nella lettura dei grandi cambiamenti sociali, dell'immane diaspora di interi popoli, del travolgente e ambiguo disordine economico mondiale, i grandi del mondo si esprimono come se il conflitto storico tra cristiani e mussulmani non sia cambiato da quello dell' VIII – IX secolo. Fanatismo, intolleranza, incomprensione sembrano non solo insormontabili, ma collegati a tutta una intera religione, a un intero popolo, a un'intera razza. Eppure l'incomprensione tra l'occidente cristiano e l'oriente mussulmano era molto più accentuato quando Francesco d'Assisi decise di incontrare il Sultano d'Egitto.
Francesco era partito con l'intenzione di convertire colui che era ritenuto il male, anzi il rappresentante del demonio stesso in quanto Muhammad, Maometto, si riteneva in occidente erroneamente morto nel 666, numero della bestia nell'Apocalisse.
Ancora Fatima
Fece scalpore la pubblicazione sul sito OnePeterFive, del 15 maggio 2016, di una intervista fatta a padre Ingo Dollinger ( foto a sinistra), vecchio professore tedesco di Teologia e molto amico del Cardinal Joseph Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. La giornalista tedesca Maike Hickson aveva avuto una lunga conversazione con padre Ingo, che lei stimava molto anche per le vicissitudini di vita che il prete aveva avuto. Infatti Ingo, giovanissimo, vienne imprigionato con altri due amici dai liberatori americani con l'accusa di essere partigiani nazisti. La verità era che, sul finire della seconda guerra mondiale, il Secondo Reich aveva forzatamente chiamato alle armi adolescenti e pre-adolescenti per utilizzarli nella contraerea. Essi venivano chiamati Flakhelfer, parola composta che può essere tradotta in italiano in “bambini soldato”. Ingo riuscì inizialmente a far liberare i suoi due amici, poi, uscito di prigione, scoprì la spiritualità cristica. Andato in visita a Teresa Neuman, la nota stimmatizzata, gli fu predetto “Tu sarai un prete!”. Diventato sacerdote, sentì parlare di padre Pio e partì in treno dalla Germania verso San Giovanni Rotondo per conoscerlo. Difronte al francescano, egli si presentò: “ Sono padre Ingo.” Padre Pio gli disse: “Ah, si! Padre Joachin” ( a destra padre Ingo sostiene padre Pio, foto del 1967) , chiamandolo col suo vero nome di battesimo. Padre Ingo visitò padre Pio molto spesso e con lui ebbe colloqui intimi. In uno di questi incontro lo stimmatizzato italiano gli confidò che i nemici del cattolicesimo erano all'interno della Chiesa e che avevano molto potere.
Ritornando all'incontro con la giornalista Hickson ( nella foto sotto), padre Ingo parlò della sua amicizia con Joseph Ratzinger e raccontò che, dopo la la pubblicazione nel giugno 2000 del Terzo Segreto di Fatima, l'amico gli confidò che c'era una parte del segreto ancora non pubblicato. Inoltre Ratzinger avrebbe aggiunto che la Madonna aveva confidato alla veggente Lucia “di un cattivo Concilio e di una cattiva Messa”.
Medjugorje: la Madonna contesa
La Radio Vaticana l'11 febbraio 2017 annunciava così il comunicato del direttore della Sala Stampa del Vaticano Gregory Burke ( americano, membro numerario dell'Opus Dei) (nella foto a sinistra con il papa durante un incontro con i giornalisti) : “Papa Francesco ha incaricato mons. Henryk Hoser, arcivescovo-vescovo di Warszawa-Praga (Polonia), di recarsi a Medjugorje quale Inviato Speciale della Santa Sede. La missione dell'Inviato Speciale a Medjugorje ha lo scopo di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro. Avrà, pertanto, un carattere esclusivamente pastorale.
Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini
(Leggendo lo scritto di Giorgio Bongiovanni, del 2 febbraio 2017 “ I giuda, servi di Dio, che tradiscono la verità”)
Ho molto letto e mi sono informato sulle apparizioni, e ho assistito a numerose di esse, per poter determinare, senza peccare di presunzione ne tanto meno di autoproclamarmi saccente, cosa accade empiricamente al livello fisico prima, durate e dopo un contatto col cosiddetto “mondo spirituale”. Ho visto veggenti, donne e uomini, concentrati nella preghiera e nella meditazione, anche per lungo tempo, li ho visti irrigidirsi e perdere ogni senso col mondo esterno, li ho visti ritornare dall'estasi stremati, infreddoliti, con gli occhi che vagavano nel vuoto come spaesati.
Nicodemo incontra Gesù
Il capitolo III del vangelo di Giovanni racconta di Nicodemo che fa visita a Gesù, di notte, lontano da occhi indiscreti, soprattutto lontano dalle spie che il Sinedrio sguinzagliava dietro al “figlio del falegname”.
Nicodemo è “maestro (didàscalos) in Israele”, cioè detentore delle verità della religione e delle tradizioni religiose conservate gelosamente da poche famiglie come tutelarsi nei confronti del paganesimo capace di corrompere la religione stessa. E' uomo di potere che ha diritto di sedere, con diritto di parola e di voto, nel Consiglio del Sinedrio e stimato dal popolo. E' un uomo di cultura esperto conoscitore della Torà e delle leggi.
A Natale quale Gesù abbiamo ricordato?
Il Natale è una festa il cui calore si sente già molti giorni prima. Certamente oggi, per coloro più avanti nell'età, appare diverso o perlomeno con minore spinta alla spiritualità per quello che il Natale rappresenta. Nelle case si addobba l'albero e, in alcune, si costruisce ancora il presepe. C'è da considera che il presepe è tipico della tradizione popolare italiana, e richiama alla memoria il Natale del 1223 quando il signore di Greggio organizzò per Francesco d'Assisi, malato, quasi cieco e stanco, un presepe vivente. Mentre le canzoni, i riti religiosi, le mamme ai bambini ricordano la nascita di Gesù, venuto tra gli uomini facendosi uomo, Lui che era nel Cielo alla destra del Padre, molti eminenti prelati, dottori nell'insegnamento delle cose sacre, i “sacra docens”, i sacerdoti, che presiedono ai grandi riti natalizi, mettono in dubbio l'esistenza di Gesù e la divinità di Cristo.
La Giustizia nel Vangelo: la Giustizia del Santo Spirito
In questo nostro tempo, in cui sembra una moda farsi paladini della “libertà”, e molti ne fanno il motto di partiti e movimenti politici, in cui tutto sembra a portata di mano, ogni desiderio, ogni necessità, ogni divertimento, e perché no, ogni abuso, la parola “giustizia” viene manipolata a proprio vantaggio ideologico e partitico. Cos'è la “giustizia”? E' quella che rispetta la propria “libertà”? Ma “libertà” di cosa? Del libero pensiero. Della libera imprenditoria. Della libera morale. … E chi più ne ha, più ne metta! In questa nostra epoca sembra che tutto faccia parte della “libertà”. Ne consegue che la “giustizia” non deve intaccare il “tutto libero”.
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